HELMY ABOULEISH (CEO dell’Iniziativa SEKEM, Egitto)
“SEKEM nasce da un sogno. Un sogno di mio padre che risale al 1975, quando si accorse di quante fossero le sfide che l’Egitto di allora doveva affrontare per intraprendere la via di uno sviluppo sostenibile. Sfide di tipo ecologico, strettamente legate all’agricoltura, come il largo impiego di prodotti chimici, fertilizzanti e pesticidi. Ma anche la grande sfida della scarsità d’acqua che l’Egitto doveva affrontare e deve affrontare anche oggi. E ancora, l’inquinamento e la perdita di biodiversità”.
“Il sogno era quello di disegnare un modello per un cambio di sistema, che potesse funzionare e che dimostrasse la propria efficacia all’intera società egiziana e al mondo. Un modello basato sull’utilizzo dell’agricoltura biodinamica nel deserto e fondato su ciò che egli chiamava “Economy of Love”, esatto contrario del capitalismo. Ma anche un modello che ponesse la massima attenzione allo sviluppo dell’uomo e del suo potenziale, in grado di creare una comunità consapevole in cui le persone potessero vivere, imparare e lavorare insieme”.
“Nel 1976, subito prima che l’avventura di SEKEM iniziasse, tutti ma proprio tutti – dagli esperti, ai familiari, agli amici di mio padre – sostenevano che questo progetto non avrebbe mai funzionato. Gli dicevano: “Questa è una missione impossibile, non si può coltivare il deserto, l’economia dell’amore non esiste, non c’è nulla che un’azienda o un imprenditore sociale possano fare per lo sviluppo del potenziale dell’uomo o di una comunità”. Ma contro ogni previsione, ed ecco perché io sono qui a parlarvene, il modello funzionò.
"E oggi nel deserto c’è un miracolo, che chiunque può visitare, dove la biodinamica ci permette di far crescere ogni tipo di raccolto, e dove è presente una comunità di duemila persone che imparano, vivono e lavorano insieme. Ci sono scuole con 800 bambini, di cui aiutiamo a sviluppare il potenziale, e un’Università con 3000 studenti." Così Helmy Abouleish, CEO di SEKEM, racconta la sfida vinta da questa comunità fondata da suo padre Ibrahim nel 1977.
“Desidero evidenziare è che è molto importante avere una visione a lungo termine. Comprendere che il futuro non è solo ciò che noi possiamo immaginare sulla base del passato, ma anche ciò che di diverso il futuro stesso vuole diventare. Non meno importante è ricordare sempre che le persone possono cambiare il mondo, che noi possiamo promuovere il cambiamento, se solo abbiamo il coraggio di farlo e di capire perché lo facciamo”.
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