Giovanni Storti - Attore comico, sceneggiatore e divulgatore ambientalista
“Da bambino, dopo la scuola, arrivavano le lunghe vacanze estive e i nonni mi portavano in montagna. Non molto alta, sopra Lecco, ma sembrava di essere in Amazzonia. Era tutto molto selvaggio. E lì vivevo per tre mesi nella natura, a scoprire cose, ad arrampicarmi sugli alberi, a inseguire lucertole e uccelli”.
“Io e mia moglie abbiamo iniziato a coltivare la terra qualche anno fa, con un piccolo gruppo di amici, nel Monferrato. Durante il lockdown, siamo stati gli unici a rimanere qui, gli altri sono scappati in città. E da lì mi è venuta l'idea - anche un po’ per passare il tempo - di raccontare la natura, le piante, il terreno, in modo buffo, ma anche molto preciso”.
“Con Aldo e Giacomo, ho sfruttato involontariamente questa mia capacità comica, ironica, di raccontare la natura che, incredibilmente, ha avuto molta presa. Non me l'aspettavo, perché ho iniziato per gioco, perché mi piaceva stimolare nella gente l'amore per la natura. Probabilmente il mio modo di raccontare - frutto della mia esperienza nella comicità, nel cinema, nel teatro - è arrivato molto”.
“Faccio parte della “Gente che ci crede”, perché credo veramente che il cibo sano ci porti salute. Che cosa c’è di più importante dell'acqua e delle cose che mangiamo? Se queste sono sane, mandano informazioni sane al nostro corpo. Se invece quello che mangiamo non è sano, il nostro corpo e la nostra mente ne subiscono le conseguenze. È un meccanismo scientifico. Tutto ciò che mangi ti arriva. Quindi, più il cibo è sano, meglio è”.
“Io penso che già dal dopoguerra, quando è iniziata la meccanizzazione, si sia creato un enorme stacco tra l'agricoltura e la vita normale dei cittadini. Tant’è vero che qualche mese fa, ero qui in campagna, vedo passare un bambino con la mamma. Lì vicino c’era un albero di mele e lui fa: “Ma mamma, ma hai visto dove sono le mele?”. Incredibile, ma vero, ormai i bambini che vivono in città sono quasi completamente staccati dalla natura. Ecco perché cerco di stimolarli a conoscerla. Per iniziare, basta un orto sul balcone”.
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