Giovani che, da soli o con le loro altrettanto giovani famiglie, decidono di cambiare vita e di tornare alla Terra, di fare una scelta per se stessi che è anche una scelta per l’ambiente, prendendosi cura di territori spesso vittima di incuria e abbandono, salvaguardando antiche tradizioni e valorizzando aree talvolta dimenticate. È il caso della Cooperativa Agricola Pascolando, nata dall’iniziativa di un gruppo di amici che, arrivando dai percorsi più disparati, hanno scelto di unire le forze e di mettersi in discussione per dedicarsi all’allevamento di bovini da latte finalizzato alla produzione di formaggio, nel pieno rispetto degli animali e del territorio. Per farlo, hanno scelto di riaprire Malga Van, trasformando il latte nella vecchia latteria turnaria di Valmorel, piccola frazione di Limana, nel bellunese, una delle ultime tre realtà turnarie rimaste in Italia, anch’essa con un futuro incerto a causa della chiusura di quasi tutte le stalle della zona.
La malga vivrà dei bovini forniti già in partenza da ognuno dei soci, a cui si aggiungeranno quelli che riuscirà ad acquistare con i frutti della propria attività, e del lavoro che ciascuno, a turno, presterà, sia nella gestione degli animali e dei pascoli che nella caseificazione. La “turnarietà” è infatti uno dei concetti chiave attorno ai quali è sorta e ruota l’avventura di Pascolando ed è stato fonte di ispirazione per il gruppo, che ha potuto così immaginare un approccio condiviso anche nella gestione degli animali – distribuendo tra i membri del gruppo i lavori di accudimento degli animali, della loro mungitura, della movimentazione dei recinti nei pascoli, della trasformazione del latte nel caseificio – nella ricettività agrituristica e nella vendita dei prodotti. Anche nella gestione dei pascoli si è scelto di seguire la stessa logica turnaria, appositamente studiata al fine di garantire una rigenerazione produttiva dei prati stabili alpini utilizzati dagli animali della malga, preservandone la caratteristica ricchezza di specie erbacee. La gestione degli animali e la produzione del formaggio sono infatti attività che richiedono, oltre a strutture adeguate al ricovero degli animali, alla disponibilità dei pascoli e di un caseificio, anche specifiche competenze e soprattutto tanto, tanto tempo, con un impegno quotidiano e totalizzante. Lavorare insieme, ma organizzandosi a turni, permette di ottenere ottimi risultati, rendendo nel contempo anche meno gravoso l’impegno richiesto e certamente più compatibile con le esigenze di una vita moderna.
Ben lontana da una logica di sfruttamento dell’animale, la Cooperativa porta avanti una concezione di allevamento fondato sulla relazione e collaborazione tra l’uomo e gli animali, coinvolgendoli direttamente in una gestione che punta a conservare e rigenerare i territori montani. Non solo i bovini vengono inseriti in un contesto agricolo, ma vengono introdotti e soprattutto entrano a far parte del contesto naturale che li circonda, vivendo a pieno contatto con i regni della natura. Ciò gli permette di esplicitare le loro caratteristiche etologiche e comportamentali: oltre alla stalla, dove potranno trovare riparo, hanno infatti a disposizione ampi pascoli e boschi in cui sostare, ombreggiati e al fresco.
Il progetto ha suscitato grande interesse nella comunità di Valmorel, sia per la tutela e la conservazione produttiva dei pascoli di Malga Van, da tempo in stato di degrado e quasi abbandono, sia per il legame con lo storico caseificio, il cui futuro era a rischio per mancanza di soci fornitori. Vasto è stato l’appoggio e il sostegno sia pratico che morale all’iniziativa, con molte persone che hanno offerto il loro aiuto, cosicché oggi è proprio la comunità locale che rappresenta il principale bacino di clienti dei prodotti della latteria di Valmorel. Ai locali si aggiunge una crescente popolazione di turisti che, soprattutto nella stagione estiva, visita la Valbelluna con un grande interesse per le specialità gastronomiche locali. Ciò non esclude che vi possano essere collaborazioni con attività commerciali specializzate desiderose di inserire i prodotti di Malga Van: il prima possibile inizierà inoltre il processo di certificazione biologica, partendo dalla certificazione dei terreni, a seguire quella degli animali, per arrivare fino al caseificio.
Le dinamiche, le problematiche, le esigenze che hanno spinto il gruppo a cominciare questa avventura sono le stesse che incontrano quasi tutte le popolazioni dell’arco alpino e, più in generale, le popolazioni di montagna. Per questo, nell’ideare e intraprendere questo progetto si è pensato sin da subito alla creazione di un modello replicabile. Un modello, cioè, che possa fungere da esempio e invogliare altri giovani a intraprendere un percorso simile, mostrando loro come – attraverso il rinnovamento di antiche realtà già esistenti, ma in stato di abbandono – si possano mantenere vivi i territori, prendendosi cura del paesaggio e salvaguardandone le tradizioni locali.