L’agricoltura è in una fase di grande cambiamento e, di fronte ai problemi globali, a tracciare il futuro sono sempre più le risposte locali, capaci di riunire le comunità in percorsi virtuosi. L’insostenibilità delle pratiche agricole, l’uso della chimica nelle produzioni alimentari, lo sfruttamento del suolo e degli animali hanno segnato pesantemente l’ultimo secolo. Oggi invertire la rotta, produrre alimenti che rispettino e sostengano l’ecosistema, è una necessità per un numero sempre maggiore di persone.
Gli agricoltori biodinamici Demeter – da cento anni in dialogo con la Natura, guidati dagli insegnamenti di Rudolf Steiner – nelle esperienze più virtuose progettano pratiche commerciali basate sulla “Economy of Love” ovvero “un’economia della fratellanza”.
Un modello possibile, che ha preso vita anche nel deserto egiziano. L’esempio è Sekem, a 60 km da Il Cairo, dove si insegna il rispetto per la dignità di ogni singolo individuo, l’attenzione per la biodiversità e la cura della Terra. Un messaggio globale che diventa fermento di iniziative nei territori, perché l’innovazione oggi passa dalla volontà di offrire risposte a un’agricoltura che vuole garantire reddito, occupazione e qualità dei prodotti e dell’ambiente.
Per Demeter Italia, l’associazione e l’ente certificatore che dal 1986 riunisce produttori e trasformatori biodinamici, si tratta di un impegno culturale promosso con le Comunità biodinamiche, che guardano alla condivisione delle esperienze come motore di crescita. A poco più di un anno dalla loro nascita le Comunità biodinamiche Demeter, ispirate ai valori di riferimento che si trovano nello statuto dell’associazione e guidate da un regolamento, rafforzano i progetti di agricoltura biodinamica con il dialogo e lo scambio di conoscenze. Un’azione di tutela della qualità biodinamica che nasce all’interno dell’associazione e punta a rafforzare le produzioni, le relazioni, la conoscenza delle pratiche agricole.
Le Comunità biodinamiche Demeter sono nate in sei regioni: Trentino-Alto Adige, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo e le loro produzioni raggiungono anche la rete commerciale di NaturaSì. Una testimonianza di quanto, in Italia, stiano continuando a maturare consapevolezza e responsabilità tra gli agricoltori, che ora cercano un modo diverso di fare agricoltura. Un’attenzione che si traduce in un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, più attenti al valore e alle qualità dei prodotti. “In più si lavora e più si crea” spiega soddisfatto Giovanni Drei, il coordinatore della Comunità biodinamica dell’Emilia-Romagna. “Siamo riusciti a riunire circa 40 aziende agricole. Fin da subito l’idea è stata quella di fare comunicare agli agricoltori e ai trasformatori le proprie esperienze. Un modo per replicare le cose che vanno bene ed evitare le cose che non vanno bene. A questo si aggiunge lo sviluppo delle relazioni, che portano sempre nuove idee, modi di vedere le cose alternativi, magari esportabili”. Giacome Allione è il coordinatore della Comunità piemontese, che riunisce circa 30 realtà, e anche titolare dell’azienda agricola Cascina Palazzo, la quale fornisce prodotti, come pere e mele a km 0, ai punti vendita NaturaSì a Mondovì e Fossano. Quando parla della comunità biodinamica della sua terra pensa alla comunione d’intenti e ai valori di riferimento, ciò che davvero accende la collaborazione tra i membri all’azione culturale. “La nostra comunità sta ancora crescendo – spiega Allione – e chi sceglie di aderire lo fa per una convinzione personale, perché pensa all’ambiente e ad avere il minor impatto possibile sulla Natura.
Trasmettere questo messaggio legato alla pratica dell’agricoltura biodinamica può risultare complicato e per questa ragione la Comunità biodinamica del Piemonte, oltre ad aver attivato corsi di approfondimento, vuole far toccare con mano i frutti del proprio lavoro: facciamo assaggiare ciò che produciamo e spieghiamo, anche alle scuole, che un’agricoltura attenta all’ambiente, che genera prodotti sani e genuini, è possibile. I futuri agricoltori sono proprio lì, tra i giovanissimi sui banchi di scuola”.
Katharina Alverà, referente della Comunità del Trentino-Alto Adige (Arge), sottolinea quanto il gruppo sia capace di dare forza ad ogni singolo agricoltore: “Si dice che l’unione fa la forza ed è proprio così. La voce del gruppo riesce a rafforzare la coesione e le iniziative. Sapere che c’è chi, come te, condivide una certa sensibilità per la Natura e gli animali, una visione del mondo, rafforza i legami interni all’associazione e diventa un sostegno importante per ogni nuova iniziativa”. Da Nord a Sud le Comunità biodinamiche valorizzano il territorio. Giovanni D’Aloisio, coordinatore della comunità biodinamica abruzzese che riunisce 67 aziende, spiega quanto l’aspetto territoriale sia la chiave per attivare la collaborazione e la condivisione delle iniziative. “C’è una grande apertura a realtà diverse – precisa D’Aloisio – e questo ci permette di fare cultura e creare legami. Arriviamo da contesti diversi, attività con diverse produzioni, c’è chi fa la pasta, chi i formaggi, chi i pomodori… e il nostro impegno è, in primo luogo, conoscerci. Spesso si guarda lontano, ma non si conosce la propria terra. Ecco, noi lavoriamo su questo, vogliamo conoscere la nostra terra con tutte le sue identità, perché riteniamo che questo sia un modo per crescere”.
Le Comunità organizzano e partecipano a iniziative per far conoscere i prodotti biodinamici.
Un’occasione sarà, alla fine di settembre, a Torino per la XV edizione di Terra Madre – Salone del Gusto, il grande evento internazionale organizzato da SlowFood. Momento clou della cinque giorni, che proporrà anche due laboratori del gusto, sarà il convegno “L’agricoltura che coltiva benessere: da cento anni la biodinamica rigenera la terra e nutre la salute”, in programma venerdì 27 settembre, con interventi di relatori di spicco tra cui Enrico Amico, presidente di Demeter Italia.