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Il mandorlo, la pianta del buon auspicio

Frutta e Verdura
Albicocca

Tra le numerose varietà, vediamone alcune che, per le loro caratteristiche peculiari, sono interessanti per un frutteto hobbistico familiare. La Reale d’Imola, tipica dei frutteti dell’Emilia Romagna, è una vecchia varietà gustosa e colorata con la polpa che si stacca bene dal nocciolo. La Portici è produttiva in tutti gli ambienti e, oltre ad essere adatta al consumo fresco, si può essiccare e conservare per il periodo invernale. L’Almanacco è una nuova varietà ottenuta dalla rigenerazione da seme da tecniche biodinamiche ed è selezione esclusiva di un vivaio di Riva del Garda. Una varietà interessante, a metà tra prugna ed albicocca, è il Biricoccolo, adatto per le confetture, con il suo gusto leggermente dolce, dalle note asprigne.
L’albicocco è una pianta che predilige terreni ben drenati, sabbioso-limosi, ricchi di humus e freschi, mentre non sopporta bene i terreni argillosi. Ha bisogno di ambienti freschi e ventilati e mal tollera le nebbie prolungate e le gelate tardive, che rappresentano un serio problema per la sua coltivazione, che ne scoraggia le produzioni nel nord e centro Italia. La sua messa a dimora va effettuata tra novembre e dicembre scegliendo piante che abbiano un portainnesto vigoroso come il mirabolano (prugno selvatico): gli si permette cos. una buona radicazione e una maggiore resistenza alle patologie. La concimazione d’impianto deve essere abbondante con almeno 3-4 kg di humus di lombrico per ogni buca. È buona pratica poter fare l’inzaffardatura biodinamica delle radici utilizzando argilla, letame maturo, sabbia e soprattutto preparati biodinamici, in questo caso Cornoletame e Fladen Colloidale. Questo consente una rapida radicazione con una flora microbiologica utile, che accompagnerà la pianta per tutta la vita. Le irrigazioni dovranno essere costanti e regolari per evitare la spaccatura dei frutti a ridosso della maturazione. L’albicocco è sensibile a diverse e complicate patologie, come monilia, corineo, mal bianco, batteriosi, etc: per fronteggiarle, occorrerà irrorare sulla pianta da febbraio a settembre, ogni 7-10 giorni, microrganismi probiotici come gli EMA. Nel periodo autunno-inverno sono invece necessari trattamenti a base di olio vegetale. Per quanto riguarda gli insetti, come la mosca della frutta e la tignola orientale, li potremo controllare con trattamenti a base di Bacillus Thuringensis e Olio di Neem irrorati ogni 20 giorni da aprile fino ad agosto. L’albicocco va protetto inoltre dagli uccelli, ghiotti dei suoi frutti, usando reti protettive o palloni dissuasori.
Per aumentarne le qualità organolettiche e la conservazione dei frutti, in biodinamica si spruzza sulle piante – per tre volte a distanza di 10 giorni – il preparato biodinamico cornosilice 501 a partire da quando i frutti iniziano a colorare.
Una curiosità: se quarant’anni fa, era la pianta più facile da coltivare, oggi l’albicocco è difficile da portare a fruttificazione; tuttavia, con un po’ di cure, ci darà grandi soddisfazioni.