Simile alla cipolla nel sapore, seppur più delicato, condivide con lei anche l'appartenenza alla medesima famiglia, quella delle Liliacee: è il porro, che spunta dalla terra con le sue lunghe foglie verdi, che non superano mai il metro di altezza, nascondendo nel suolo la sua parte bianca. Si tratta di una coltivazione piuttosto comune, anche negli orti domestici, probabilmente grazie alle molteplici possibilità di utilizzo di questo ortaggio aromatico. Il porro bio che trovi in assortimento nel nostro reparto ortofrutta provengono dal nostro ecosistema agricolo Le Terre di Ecor.
La sua origine è controversa: sembra fosse noto, già più di 3000 anni fa, alle popolazioni celtiche ma nel contempo era ben noto anche a Egizi e Romani. È a questi ultimi, in particolare, che se ne deve l'introduzione nel resto dell'Europa, poiché esportarono la sua coltivazione nei territori conquistati. In particolare, come attesta Plinio Il Vecchio, del porro venivano lodate soprattutto le numerose virtù che la medicina del tempo gli attribuiva, la cui fama ha accompagnato questo ortaggio anche nel corso del Medioevo. Particolarmente popolare in Francia, oggi è una coltura diffusa in tutto il mondo.
A seconda del periodo di raccolta, possiamo distinguere tra varietà estive, piccole e tenere, e varietà invernali, dal gusto più intenso. A variare possono essere anche il colore, la dimensione del bulbo e la sua consistenza. Tra le varietà di porro più famose si annoverano il Lungo gigante d'inverno, dal bulbo allungato, che caratterizza anche un'altra varietà italiana, il Porro Lungo della Riviera, rinomato anche per la resa elevata; grandi dimensioni e buona resistenza colturale, caratterizzano il Gigante d'Italia, dal gusto dolce, e il Mostruoso di Carentan, particolarmente grande e saporito.
Se è vero che lo si trova tutto l'anno, è vero anche che il porro ha - come ogni vegetale - uno specifico periodo di raccolta, che nel suo caso coincide con i mesi freddi, da novembre a febbraio. Si tratta infatti di una pianta che, oltre a richiedere poche cure, resiste bene al freddo. A proteggerla interviene anche la pratica del rincalzo, attraverso la quale si crea, attorno al bulbo, una collinetta di terra che, impedendo il passaggio della luce e l'attivazione della clorofilla, gli permette uno sviluppo migliore, offrendogli nel contempo un riparo dal freddo e favorendo lo sviluppo delle radici.
Al momento dell'acquisto, il porro deve avere un gambo sodo e dritto, foglie vivide e un bulbo bianco e sodo. Va lavato con cura, sotto un getto di acqua corrente, per eliminare il terriccio residuo, soprattutto dal bulbo, che dovrà essere tagliato solo al momento del consumo per evitarne l'ossidazione, eliminandone anche la barbetta nella parte inferiore. Molteplici sono i suoi utilizzi, per frittate, zuppe, creme, per il soffritto o come aromatica, ma, attenzione, non si limitano alla parte bianca: del porro, infatti, si possono usare anche le foglie, ideali per minestre, vellutate e risotti.