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Un nuovo Inizio per l’agricoltura biologica

SIF Pisa Inizio NaturaSi

Dall’incrocio di varietà antiche e moderne, nasce il primo seme specifico per l’agricoltura biologica.

Contrastare la crisi ambientale e alimentare,  ma anche far fronte alla necessità di sviluppare un’agricoltura più legata al territorio: da questi presupposti, è stata selezionata la prima varietà di grano duro per il biologico dall’incrocio di varietà di frumento delle aree del Mediterraneo.

Si chiama Inizio ed è il frutto di una ricerca, resa possibile grazie al contributo di NaturaSì, che ha visto la collaborazione del CREA di Foggia assieme a Peter Kunz, esperto svizzero di selezioni in biologico, e finanziata da NaturaSì e Cooperativa Gino Girolomoni. La ricerca è partita nel 2016, ripresa poi dalla Fondazione Seminare il Futuro e dal Centro di ricerca agro-ambientale dell’Università di Pisa, dove sono stati realizzati incroci impiegando varietà moderne e antiche. “Abbiamo chiamato ‘Inizio’ questa prima varietà di grano duro adatta all’agricoltura biologica proprio perché solo di un inizio si tratta”, spiega Federica Bigongiali, direttrice della Fondazione Seminare il Futuro. “Il processo di selezione sta andando avanti per arrivare ad ottenere anche altre varietà con le caratteristiche ottimali per chi svolge agricoltura biologica”. I semi delle piante alimentari, infatti, provengono per il 60% da sole quattro aziende e si tratta di semi selezionati per l’agricoltura convenzionale intensiva, alimentata dalla chimica di sintesi, che contribuisce all’11% delle emissione di gas serra, al netto dell’allevamento e dell'inquinamento provocato dal settore agroalimentare, secondo i dati dell’IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change

Per invertire la rotta, serve quindi intervenire sul settore primario, quello dei semi, anche attraverso il coinvolgimento degli agricoltori, come spiega Giovanni Girolomoni, presidente della Cooperativa Gino Girolomoni: “Per noi agricoltori biologici poter contribuire alla ricerca di nuove varietà di grano duro significa dare risposte concrete in termini di qualità e produttività. Significa, inoltre, sostenere lo sviluppo del settore alimentare che, pur avvalendosi di ricerca e innovazione, mette al centro il rapporto delle piante con l’ambiente. Per ritornare ad evolverci, noi e le sementi, in sintonia con l’ecosistema, come è stato per millenni.”