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Girolomoni: una filiera garantita Fair Trade

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Con la garanzia Fair Trade, Girolomoni è la prima filiera agroalimentare 100% italiana riconosciuta dalla World Fair Trade Organization.

“Sono decenni che sostengo, in ogni luogo in cui mi sono arrampicato per parlare, che il biologico da solo non basta a determinare la qualità delle scelte di vita. E che ha bisogno di stare insieme, procedere con altri settori che vadano nella stessa direzione, come il commercio equo e solidale che vuole onorare un debito di giustizia”. Gino Girolomoni raccontava così il suo progetto nato negli anni Settanta sulla collina di Montebello e destinato a trasformare non solo questo antico borgo marchigiano, ma anche il mondo del biologico in Italia (e non solo). Un progetto che oggi, dopo 50 anni, è giunto al suo pieno compimento non solo attraverso una filiera completa – che dalla coltivazione del grano arriva alla sua molitura fino alla trasformazione in pasta nel pastificio aziendale – ma anche grazie al riconoscimento della World Fair Trade Organization (WFTO) quale impresa garantita “Fair Trade”.

Un importante sistema di garanzia che, nel mondo del commercio equo, si distingue perché riguarda non solo il prodotto, ma tutta l’impresa. Nel caso di Girolomoni, ciò significa che il rispetto di questi principi viene applicato in ogni fase del processo produttivo: dall’attività agricola per la coltivazione e il conferimento del grano, alla lavorazione nel mulino fino al pastificio, dando vita ad una pasta garantita “Fair Trade”, non solo dal punto di vista della materia prima, ma anche del contesto che l’ha prodotta, reso possibile grazie al gesto rivoluzionario del suo fondatore.

Le origini

Tutto ha avuto inizio, infatti, negli anni Settanta proprio grazie alla lungimiranza di Gino Girolomoni che, anticipando di mezzo secolo quella crisi economica, sociale e ambientale che oggi ci attanaglia, scelse di tornare alla terra, alle sue origini contadine, cercando però un’agricoltura più contemporanea. Avvenne così l’incontro con l’agricoltura biologica, attraverso un progetto più vasto che – oltre a dedicarsi all’attività produttiva – avesse anche un’influenza sul territorio dal punto di vista culturale, sociale e politico. Quel progetto fu la pasta, venduta dagli stessi agricoltori: nacque così quella Cooperativa che oggi conta 30 soci e 70 dipendenti e coinvolge circa 400 aziende agricole, le quali rappresentano il primo anello in grado di garantire la tracciabilità del prodotto a partire dal campo al prodotto finito. “Oltre a essere agricoltori dagli anni Settanta, siamo anche pastai già dagli anni Ottanta, quando abbiamo costruito il nostro pastificio”, spiega il figlio Giovanni Battista, “e ora anche mugnai, perché siamo riusciti a realizzare il sogno del nostro fondatore, ossia quello di portare tutte le fasi della produzione all’interno dell’azienda”.

Una filiera garantita

All’interno del “più piccolo mulino a cilindri per grano duro che si potesse costruire”, i cereali vengono moliti in modo gentile, non aggressivo, per non surriscaldare il prodotto. Un’attenzione per la salvaguardia delle materie prime che ritroviamo in ogni fase della lavorazione, come l’essiccazione nell’adiacente pastificio, effettuata a una temperatura controllata per lungo tempo: in particolare, 8 ore per la pasta corta e 12 ore per la pasta lunga. Si ottiene così una pasta che sprigiona tutti i profumi e i sapori del grano maturato in campo e che è espressione del territorio in cui è stata prodotta: la trasformazione, infatti, avviene interamente nel raggio di appena 1 km, in cima alla collina di Montebello. Una collocazione che potrebbe apparire sfavorevole, ma che conserva un profondo significato culturale: ricostruire il mondo rurale scegliendo l’agricoltura biologica.

Equità e valorizzazione delle realtà locali

“L’ingresso nel sistema di garanzia WFTO segna una nuova importate tappa di questo cammino e rappresenta l’impegno a tener ben saldi questi principi anche per il futuro. Il commercio equo – continua Girolomoni – si è tradizionalmente occupato di importare prodotti da molti paesi del mondo secondo principi di equità, giustizia e solidarietà. Oggi si sta affermando anche la necessità di valorizzare le realtà locali che seguono gli stessi principi”. Come spiega Eleonora Dal Zotto, Consulente, Social Auditor e Formatrice WFTO, “per me è stato un orgoglio seguire l’azienda Girolomoni nel processo volto ad ottenere il riconoscimento della Fair Trade Organization, prima tra i produttori food italiani. L’orgoglio di poter mostrare che è possibile promuovere catene produttive che non solo rappresentano l’eccellenza in termini di qualità e sostenibilità ambientale, ma anche attente alle condizioni di lavoro e alla sostenibilità di tutti i soggetti che contribuiscono a rendere unico il proprio prodotto: letteralmente dal campo al prodotto finito”.