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A proposito di fonti rinnovabili

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Ne siamo tutti convinti: utilizzare energie alternative ai combustibili fossili è una delle pratiche fondamentali per la salvaguardia del nostro Pianeta. Tuttavia, anche quando parliamo di fonti rinnovabili, talvolta subentrano dubbi e perplessità. È il caso, per esempio, dell’energia idroelettrica che, seppur considerata “energia pulita”, desta da sempre alcuni interrogativi per quanto riguarda il suo impatto ambientale sia dal punto di vista paesaggistico, legato alla presenza stessa dell’impianto, sia anche per quanto riguarda l’utilizzo di acqua ovvero la pericolosità per flora e la fauna ittica. Abbiamo affrontato proprio questi temi con Dolomiti Energia, azienda che fornisce l’energia a molti punti vendita NaturaSì e che ha scelto l’idroelettrico sin  dalla sua fondazione.  

Partiamo dal principio: qual è la teoria  dell’idroelettrico nel nostro Paese e, in particolare, nel vostro territorio?

In Italia, come in molti altri paesi, la risorsa idroelettrica ha rappresentato, in passato, la sola fonte di energia disponibile, permettendo lo sviluppo economico, industriale e sociale del Paese. In particolar modo, l’industria idroelettrica ha radici storiche profonde proprio in Trentino: basti pensare che alcuni impianti, oggi rinnovati nella componentistica idraulica e nel macchinario di generazione, risalgono agli anni Venti e Trenta del Novecento. Ma è stato soprattutto nel dopo-guerra, fino all’inizio degli anni Sessanta, che sono sorti i più grandi progetti di produzione idroelettrica che oggi compongono il parco impianti gestito dal Gruppo Dolomiti Energia.

Se doveste sintetizzarli, quali sono i vantaggi offerti dall’idroelettrico?

Oltre alla significativa riduzione di emissioni inquinanti e di gas serra nell’atmosfera, tra i vantaggi dell’idroelettrico possiamo annoverare

  • La rapidità di entrata in produzione

  • La completa autonomia che può permettere la “riaccen-sione della rete” in caso di blackout

  • La possibilità di funzionare per brevi periodi

  • La capacità di regolare il sistema elettrico nazionale

Ci sono poi i vantaggi specifici per le comunità locali...

Certo, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici, che determinano sempre più spesso eventi atmosferici estremi, accumulare acqua negli invasi permette infatti di

  • Operare rilasci compatibili con le esigenze ecologiche di deflusso

  • Utilizzare la risorsa anche per l’agricoltura garantendo volumi stagionali o quantitativi istantanei necessari per le varie colture

  • Compensare le carenze degli apporti naturali in caso di emergenze idriche sia per l’uso potabile che per l’agricoltura 

  • Garantire la possibilità di innevamento artificiale e, dunque, favorire la  fruizione turistico-sportiva dei luoghi di montagna

  • Garantire la sicurezza dei territori posti a valle, trattenendo i colmi delle piene dei corsi d’acqua in occasione di eventi meteorici importanti

  • In presenza di impianti di pompaggio, accumulare in quota il surplus di energia prodotta da altre fonti rinnovabili ma non regolabili, quali il fotovoltaico o l’eolico 

  • Permettere un servizio ricreativo nei territori di montagna, garantendo la presenza di specchi d’acqua con livelli poco variabili nei periodi di maggior fruizione (per il turismo e per la pesca)

Tuttavia, nonostante i suoi aspetti positivi, anche questa forma di energia suscita nel contempo dubbi e perplessità. Una questione particolarmente sentita è quella che riguarda il consumo di acqua: possiamo veramente parlare di spreco?

No, in realtà non vi è alcuno spreco di acqua, perché l’acqua utilizzata per la produzione idroelettrica non subisce alcuna trasformazione ed è restituita all’ambiente con le medesime caratteristiche originali. L’acqua degli impianti procede da monte verso valle, attraverso canali di adduzione e condotte forzate, ed è convogliata verso le centrali per essere immessa nelle turbine; queste ultime, utilizzando l’energia cinetica, mettono in rotazione gli alternatori, cioè le macchine che producono l’energia elettrica. Da ultimo, i trasformatori elevano il livello di tensione della corrente prima di immettere nelle reti di distribuzione l’energia prodotta. Dopo aver attraversato le turbine, l’acqua ritorna all’alveo del corso d’acqua dal quale era stata temporaneamente “presa in prestito”.

E in merito alla sopravvivenza di flora e fauna ittica cosa potete dirci?

Nei nostri impianti garantiamo il deflusso ecologico vitale nei corsi d’acqua utilizzati per la produzione. Questo significa che a valle delle opere di presa viene rilasciata una quantità di acqua costante, in modo da assicurare la salvaguardia della flora e della fauna acquatiche, nonché la continuità dell’ambiente fluviale. Inoltre, viene effettuato un monitoraggio ambientale costante degli ecosistemi, in particolar modo quando si praticano interventi di manutenzione degli impianti, come per esempio la rimozione di detriti solidi provenienti dallo scioglimento dei ghiacciai, che finirebbero con l’accumularsi in corrispondenza delle dighe. Tali azioni di monitoraggio ambientale, pre-durante-post evento, hanno oggi permesso di definire modalità d’intervento compatibili con gli ecosistemi acquatici, individuando soglie di controllo oggettive dei valori di torbidità delle acque e dei tempi di esecuzione delle manovre. A conferma di questo impegno per la salvaguardia di flora e fauna acquatiche, vi è anche la nostra collaborazione con le Associazioni dei Pescatori, per sviluppare progetti ed iniziative volte a conservare e ripristinare il patrimonio ittico pubblico.