Appartenente alla famiglia delle Rosaceae, il pesco (nome botanico Prunus Persico) è un albero di medie dimensioni e altezza modesta, dalle radici superficiali. Con i suoi bellissimi fiori rosa, cui non a caso è stata dedicata una celebre canzone, colora il paesaggio sin dalla primavera. Si deve invece attendere l’estate per accogliere sulle nostre tavole i suoi frutti, succosi e profumati, protagonisti di molte ricette: non solo macedonie, anche cocktail e dessert. Le pesche bio che trovi in assortimento nel nostro reparto ortofrutta provengono dal nostro ecosistema agricolo Le Terre di Ecor.
Il pesco è un albero originario della Cina, dov’era considerato un simbolo di immortalità; da lì, si è poi diffuso in Persia, come testimonia il nome latino persicum, fino ad arrivare in Grecia e in tutta l’area mediterranea. Per alcuni, il merito della diffusione sarebbe da attribuire ad Alessandro Magno, che lo avrebbe portato da una delle sue spedizioni contro i Persiani. Per altri, invece, a favorirne la diffusione sarebbero stati gli Egizi, che lo consideravano il frutto caro al dio Arpocrate, divinità dell’infanzia e dei bambini, le cui guance, rosee, morbide e piene, richiamano proprio le pesche.
Le pesche maturano sui rami a partire da maggio e per tutta l’estate, fino a settembre nel caso di coltivazioni tardive. Per avviarne la coltivazione, si può partire dal seme, effettuare un innesto oppure trapiantare, a radici scoperte, giovani piante, nel periodo compreso tra ottobre e aprile. Il pesco, infatti, pur adattandosi a diversi tipi di clima, predilige quelli caldi, teme gli eccessi di pioggia, umidità e i ristagni idrici, nonché le gelate improvvise: se ci troviamo in aree soggette a questa problematica, è bene collocare le nuove piantine in zone del frutteto abbastanza riparate.
Esistono differenti varietà di pesca, che si distinguono per il colore della polpa, che può essere bianca oppure gialla; per la forma, tonda o piatta come nella pesca tabacchiera (o saturnina), dall’intenso profumo di rosa; per la buccia che può essere glabra, come nella popolare nettarina o pesca noce, o ricoperta da una sottile peluria, come nelle pesche comuni. Alcune varietà si prestano poi a particolari lavorazioni, come la percoca, ideale per composte e succhi. A variare può essere anche il periodo di raccolta: è il caso della la pesca tardiva di Leonforte, in Sicilia, che matura in autunno.
Le pesche sono assai versatili: buonissime da sole, sono un ingrediente che, d’estate, non manca mai. Una volta acquistate, si conservano qualche giorno in frigorifero: si consiglia di riporle in sacchetti di carta, come quelli del pane, per evitare che l’umidità le danneggi. Se acquistate molto mature vanno consumate in breve tempo poichè tendono a deperire facilmente: non sarà difficile trovare un modo per utilizzarle, magari sotto forma di composte che ci accompagneranno per tutto il resto dell’anno. Se ancora acerbe, invece, meglio conservarle fuori dal frigorifero, per accelerare la maturazione.