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La ciliegia, un frutto straordinario

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Perfette per affrontare il primo caldo estivo, le ciliegie sono piccoli frutti straordinari. Ma come gestirne la coltivazione?

Per una piccola produzione familiare dobbiamo orientarci su varietà autofertili che non necessitano di altre piante impollinatrici. Se scegliamo di coltivare un solo albero di ciliegie, non avremo mai piante produttive, perché i ciliegi hanno bisogno di almeno un’altra pianta di varietà compatibile, ma non uguale, che renda possibile l’impollinazione. Un’altra caratteristica per la coltivazione di ciliegie a livello amatoriale è che l’albero non diventi troppo grande. Ci si può orientare su “piante nane” che hanno uno sviluppo massimo di 3-4 metri in altezza: tra queste, la varietà maggiormente conosciuta è il Ciliegio Nano Durone di Vignola.

Habitat e messa a dimora

Il ciliegio gradisce posti soleggiati e ventilati e resiste bene alle gelate, ma non a quelle tardive. Si adatta su terreni sia sciolti che sassosi, ma è meno indicato per quelli argillosi, perché teme i ristagni idrici, necessitando invece di acqua nella profondità del suolo. Chi vuole coltivar-lo nel proprio giardino in pianura dovrà creare una collinetta alta 40 centimetri e con diametro di 2 metri sopra cui piantarlo. È importante preparare una buona buca profonda e larga almeno il doppio dell’apparato radicale dell’albero che andremo a trapiantare. Potremo scegliere piante a radice nuda o piante già radicate in vaso: in ogni caso, non dovrà avere più di due anni di vita, ma almeno un anno se con radice nuda. La concimazione in buca consisterà in 3-4 kg di letame bovino maturo mescolato con la terra di riempimento della buca. È auspicabile poter fare un bagno radice o l’inzaffardatura biodinamica, che consente una buona radicazione. Il periodo ottimale per il trapianto è senz’altro il tardo autunno, ma è possibile farlo anche a inizio primavera se si predispone un’irrigazione costante. Sarà importante mettere un tutore di sostegno alla pianta, per i primi tre anni.

Potature e cure

Se vi siete orientati sulle varietà nane e autofertili, non dovrete fare particolari potature, salvo per l’impostazione della chioma e l’asportazione dei rami troppo vigorosi. Durante l’anno sarà opportuno tenere pacciamato con abbondante paglia il terreno alla base della pianta e irrigare regolarmente, ma con poca acqua, dal momento di fine fioritura fino alla raccolta. Questo consentirà di non mandare in stress la pianta quando dovrà ingrossare e far maturare i frutti.

Il ciliegio è soggetto a diversi parassiti e patologie. Per le patologie fungine si possono utilizzare i Microrganismi effettivi: le irrorazioni andranno eseguite ogni 10 giorni circa dall’inizio fioritura alla raccolta; successivamente, le spruzzature vanno eseguite ogni 20 giorni circa. Tra i parassiti animali i più pericolosi sono gli afidi, controllabili con irrorazioni di olio di neem, oltre alla mosca della ciliegia e alla drosophila suzuki, controllabili preventivamente con le bottiglie trappola. Nel caso di forti temporali o grandine è bene irrorare la pianta con del propoli idroalcolico, che ha lo scopo di cicatrizzare e aiutare la pianta a riprendersi dagli stress.

Saranno di grande beneficio per le nostre ciliegie le irrorazioni al suolo con il preparato biodinamico 500k cornoletame, spruzzato a marzo ed aprile per aiutare la maturazione e la resistenza alle malattie, nonché le irrorazioni con il preparato biodinamico 501 cornosilice sulla chioma, 15 giorni prima della raccolta.

Dopo tutte queste attenzioni e cure per avere delle buone ciliegie quale sarà il momento migliore per la raccolta? Per goderne appieno e conservarle più a lungo è consigliabile raccoglierle nelle prime ore del mattino.