Il clima e il cambiamento climatico sono una delle maggiori sfide che l’umanità deve affrontare, addirittura più grande della pandemia. Solo di recente è stata resa nota una bozza del rapporto sul clima, stilata dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC). Questo documento non lascia alcuna speranza di poter avere una terra vivibile e un futuro sano a lungo termine se non verrà raggiunto l’obiettivo, stabilito dall’accordo sul clima di Parigi, di limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C. Quando si parla di ondate di calore, inondazioni, estinzione di specie e fame nel mondo, ci sembra di evocare uno scenario apocalittico. Tuttavia, e queste parole potrebbero sembrare drastiche, l’uomo soffre per le crisi che lui stesso ha provocato.
Certo, tutto ciò che vive cambia e si sviluppa, compresa la terra e il clima. “Il cambiamento climatico è sempre esistito da quando esiste la terra”, ha affermato il geologo svizzero Hans-Ulrich Schmutz alla Conferenza sul clima organizzata dalla Sezione agricoltura del Goetheanum, in Svizzera, centro del movimento biodinamico. Tuttavia, ha anche sostenuto che i ritmi naturali, in realtà, avrebbero dovuto portare a un raffreddamento, mentre la terra si sta riscaldando in modo troppo veloce per essere naturale. Questa interruzione del ritmo naturale del clima, a suo avviso, è stata creata dall’uomo. “Una frattura può essere curata se ci tieni a ricomporre quel che si è rotto”, ha aggiunto. Ciò include anche un cambiamento nel modo di pensare che ci ha portati a questa situazione. Nella stessa conferenza, l’agronomo Anet Spengler ha rappresentato il modo in cui, secondo lui, è necessario agire. Per prima cosa, serve lo sviluppo di un dialogo con la natura, fondato su un interesse autentico che ci porti a osservare i bisogni di piante e animali, affinché possano prosperare. Deve trattarsi di un lavoro con la natura e non contro di essa.
Queste visioni circa il nostro futuro non devono indurci a disperare, ma rinforzare in noi la consapevolezza che ogni sforzo – per quanto piccolo – conta. Prima di tutto, l’agricoltura biologica e biodinamica devono crescere fortemente; i bovini devono essere liberi di pascolare sui prati, preferendo un nutrimento a base di erba e fieno e non di mangimi concentrati. Tutti possono contribuire, per esempio, attraverso un consumo di carne più consapevole e riducendo drasticamente gli sprechi alimentari. Aspetto, quest’ultimo, che porterebbe con sé un ulteriore effetto positivo, poiché basterebbe la quantità di cibo che viene gettata per sfamare gli affamati del mondo.
Ci sono molti consigli per le “diete climatiche”, che comprendono anche le ricette da preparare nelle nostre case. Ma a cosa servono queste regole se vengono seguite per un po’, ma a un certo punto non sono più interessanti e passano di “moda”? Ancora una volta,
la soluzione è l’interesse. Se mi interessa un futuro sano e se desidero contribuirvi in modo attivo, con convinzione, non sarà mai noioso, perché ciò mi porterà a vivere sempre nuove esperienze. Dobbiamo infatti vedere la dieta climatica non come un manuale da seguire pedissequamente, ma come un menù pensato in maniera consapevole, di cui noi rimaniamo i primi attori.
di Jasmin Peschke