Grazie al ripristino ambientale, alla creazione di siepi e laghetti e all’utilizzo di pratiche agronomiche naturali, riappaiono nei campi numerose specie di animali e vegetali. È il caso dell’Azienda Agricola Biodinamica San Michele a Cortellazzo (VE) e del suo progetto Biodiversità, lanciato nel 2014 in collaborazione con NaturaSì, che ha visto ripopolare i suoi 143 ettari da 11 specie diverse di uccelli, in un’area precedentemente coltivata col metodo intensivo a mais e soia. Nei campi biologici hanno trovato rifugio il barbagianni, il gufo comune e l’upupa, e ancora rettili come la testuggine palustre europea, mammiferi come la volpe, il tasso e gli scoiattoli, la ghiandaia marina e il picchio rosso maggiore. Un percorso che, secondo il responsabile del progetto biodiversità Fabio Dartora, “è andato al di là delle aspettative. Qui si registra sempre più una presenza faunistica difficilmente osservabile nelle aziende limitrofe. Non solo per il numero di specie, ma anche per la qualità della loro esistenza. Il percorso sulla biodiversità che stiamo facendo con NaturaSì va in questa direzione, perché le aziende agricole diventino sempre più un luogo dove l’interazione della fauna con il paesaggio sia armonica ed equilibrata”.