“Mi considero principalmente un esploratore, perché amo molto il mondo delle storie. Un mondo ricco di ingredienti, spesso magici e misteriosi, che mi ha sempre affascinato esplorare”.
“Mio nonno mi ha insegnato tantissimo. È stato lui, nella sua tipografia sotto casa, a trasmettermi l’energia che poi mi ha portato ad appassionarmi alla comunicazione d’impresa. Leggevo gli slogan pubblicitari sui manifesti, gli chiedevo perché a volte i colori erano così accentuati. Frequentare la bottega di mio nonno è stato come andare a lezione”.
“Alle superiori ho svolto moltissime attività nel doposcuola, dove trascorrevo interi pomeriggi: teatro, laboratori di giornalismo, volontariato. Tutte esperienze che mi hanno portato ad appassionarmi alle persone e alle relazioni, fino a decidere - dopo gli studi universitari - di proseguire nel mondo della comunicazione”.
“Le azioni fanno la differenza. Il mio motto è: “Ci vuole coraggio, ci vuole azione”. E, sebbene io abbia vissuto esperienze variegate, molto diverse tra loro, tutte mi hanno fatto capire quanto sia importante raccontare. Perché, attraverso il racconto, noi possiamo fare un'azione di guarigione”.
“Agli inizi, l'uomo si stringeva attorno al fuoco assieme ad altri individui, tramandando racconti in forma orale. Poi ha cominciato a disegnare figure sulle pareti rupestri. In seguito, ha dato vita a strumenti evoluti come la carta stampata. Anche oggi, in forma digitale, il racconto continua a mantenere la propria funzione sociale e può davvero rendere le persone consapevoli, per cambiare il mondo”.
Se senti di far parte anche tu della “gente che ci crede” e vuoi raccontarci la tua storia, o segnalarci quella di qualcuno che conosci, scrivici a podcast@naturasi.it . Il tuo racconto potrebbe entrare in uno dei prossimi episodi!