“Francesco ed io ci siamo conosciuti a Roma nel 2019, incontrandoci per una passeggiata nella natura. Penso che se non fossimo stati due persone che amano l’ambiente non ci saremmo mai scelti. Quando nel 2021 è nato Samuele, il nostro desiderio è stato quello di nutrirlo nel modo più naturale possibile, rispettando le stagionalità degli alimenti, in modo da farlo crescere sano e vitale”.
“All'inizio abbiamo fatto l'allattamento materno. Parlo al plurale, perché non è stato facile, per noi è stato fondamentale esserci entrambi. Siamo andati avanti fino al quinto mese e mezzo, quando io sono rientrata al lavoro. Poi abbiamo cercato di proseguire con l'allattamento materno, tirando il latte per poi darlo al bambino. Ma con Samuele non funzionava, non accettava il biberon. Quindi Francesco si è ritrovato da solo a casa con il piccolo a dover immaginare come nutrirlo”.
“Il primo anno io e Silvia ci siamo divisi equamente il tempo col bimbo; quando lei andava a lavorare, restavo a casa io. Ma il bimbo non ne voleva sapere di bere dal biberon, né il latte di Silvia, né quello acquistato. Quindi immaginatevi la preoccupazione: io, neopapà, con questo bambino di cinque mesi e mezzo che non vuole mangiare! Avevo notato che da un po’ di tempo cercava di spiluccare quello che noi genitori avevamo nel piatto. Mi sono detto no, da domani gli do da mangiare! Così abbiamo iniziato a svezzarlo”.
“Avevamo seguito un corso sull'autosvezzamento con un'associazione che inizialmente ci ha molto aiutati. Solo che per Samuele non era la scelta giusta, non gli piaceva mangiare dei pezzettini. Perché l'autosvezzamento si basa proprio su questo: il bambino mangia quello che mangiano i genitori, in pezzetti più piccoli. Ma lui non ne era attratto. Quindi, seguiti dalla pediatra, abbiamo optato per lo svezzamento classico, che consiste nel preparare un brodo vegetale a cui unire le farine di cereali e poi, man mano, aggiungere anche una fonte di proteine”.
“Ora che Samuele ha 22 mesi mangia praticamente tutto, mangia davvero quello che mangiamo noi. A un certo punto ci siamo resi conto che era pronto. È stato lui a farcelo capire, quando ha iniziato a rifiutare le pappine e a guardare nei nostri piatti. Così abbiamo iniziato a fargli provare consistenze diverse. Ama moltissimo i pomodori, a volte dobbiamo nasconderglieli, perché altrimenti mangerebbe solo quelli”.
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