PODCAST GENTE CHE CI CREDE - PUNTATA 04

Biodiversità giorno per giorno

In questo episodio vi raccontiamo una storia che parte da lontano, quando a nove anni Fabio Dartora riceve in regalo un libro per ragazzi dal titolo “La natura giorno per giorno”, che indicava delle attività da fare nella natura, quotidianamente. Una storia di biodiversità, di flora, fauna e uomini.

FABIO DARTORA (Tecnico Faunistico)

“Ecco si può dire che da quel giorno io non ho più fatto altro. Un libro che avevo ricevuto in regalo da bambino, “La natura giorno per giorno”, diventa il mio interesse principale. Mi iscrivo a una scuola agraria forestale ambientale e, nel corso delle superiori, la mia passione diventa sempre più forte: non calcio, non discoteche, ma sempre e solo natura, che continuo a studiare giorno per giorno sia sui libri che nei campi. Qualche anno dopo inizio le mie ricerche faunistiche, prima sui mammiferi carnivori delle Prealpi, poi con uno studio sulle specie prioritarie a livello comunitario nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. La mia passione si trasforma nel mio lavoro. L’importante per riuscirci è stato crederci sempre”.

“Esperto nel monitoraggio della fauna selvatica, inizio a dedicarmi a progetti per risollevare l’agricoltura. La grande occasione è stata quella di incontrare l’Azienda Agricola Biodinamica San Michele, che mi ha dato l’opportunità di disegnare il Progetto Biodiversità. Alla San Michele abbiamo progettato le siepi, i boschi, le zone umide e ogni dettaglio che potesse portare la natura a una grande riscossa, quella di rendere l’agricoltura, cioè il paesaggio agricolo, un paesaggio naturalizzato, bello, sano e ricco di specie faunistiche”.

“Il Progetto Biodiversità, partito nel 2015, ci offre l’opportunità di svolgere ricerche per studiare gli effetti dei cambiamenti del paesaggio sulle varie specie. Quali e quanti sono gli animali che sono tornati a ripopolare? In che modo interagiscono tra di loro e con le coltivazioni e di conseguenza con l’uomo? La natura ci ha già dato molte risposte. La principale è che l’agricoltura non solo è conservatrice della natura, ma anche generatrice di vita”.

“I canali della San Michele sono stati governati in modo da poter ospitare la fauna selvatica. Tra gli uccelli, sono arrivati la Cannaiola, l’Airone Bianco Maggiore (che ad ogni migrazione si ferma proprio qui), l'Airone Cenerino, la Garzetta, l’Airone Guardabuoi, l’Upupa. Tra i rettili, indicatori di qualità dell'ambiente, abbiamo serpenti come il Biacco, la Natrice dal collare e la Natrice tassellata. Tra i mammiferi, il Toporagno, l’Arvicola Arvalis, l’Arvicola Acquatica di recente arrivo, la Volpe, la Lepre, la Faina, il Tasso e la Donnola”.

“Alla San Michele, un posto di rilievo spetta all’Emys Orbicularis, l’unica specie di Testuggine Palustre esistente in Europa. Una specie considerata prioritaria a livello comunitario, ma i cui habitat vengono generalmente massacrati dalle bonifiche. Ecco che invece alla San Michele stiamo riscontrando un successo, legato non soltanto alla salute e sopravvivenza degli esemplari, ma anche alla loro capacità riproduttiva”.

“A quel bambino di nove anni che si innamorò del libro “La natura giorno per giorno”, oggi direi questo: “Credici e vai avanti. Non solo per te, ma proprio per tutti”. Perché se noi crediamo fortemente in quello che abbiamo dentro e lo portiamo avanti, riusciremo non solo ad essere soddisfatti della vita e a sentirci realizzati, ma anche a dare un valore unico al nostro pianeta e al bene comune”.

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